Confcooperative Sicilia contro le mafie e la corruzione: successo di pubblico e contenuti pregnanti al dibattito del 9 aprile

Confcooperative Sicilia contro le mafie e la corruzione: successo di pubblico e contenuti pregnanti al dibattito del 9 aprile

10/04/2015 - (Eventi)

Un successo di qualità culturale ed etica, un successo di partecipazione. Centinaia di persone hanno seguito il dibattito che si è svolto al Centro Zò di Catania, "Insieme contro le mafie e la corruzione. Le proposte di Confcooperative". Un evento nel quale si sono confrontati protagonisti autorevoli quali il Procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi,  il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini, il Vice Presidente di Libera, Davide Pati, il sindaco di Catania, Enzo Bianco.  Il dibattito moderato e coordinato dal giornalista, Salvo Fallica, è stato introdotto in maniera razionale ed ampia dal presidente di Confcooperative Sicilia ed organizzatore dell'evento, Gaetano Mancini. Presenti all'evento fra le autorità, il viceprefetto Gullotti, il questore Cardona, il colonnello dell'Arma dei Carabinieri, Alessandro Casarsa, il colonnello della Guardia di Finanza, Roberto Manna, il capo della Dia di Catania Renato Panvino. Presenti molti esponenti del mondo sindacale, cooperativo, imprenditoriale e tanti cittadini. Spiega Mancini: "L'incipit sul termine insieme non è affatto casuale né legato ad effetti da slogan ma esprime il senso profondo dell'iniziativa, ovvero quella di superare divisioni e contrasti che sono emersi nell'ambito vivo e plurale del movimento antimafia. "Insieme" non vuol dire omologazione ma un auspicio autentico ad una convergenza armonica, legati dai principi etici della legalità, dalla volontà di impegnarsi per la collettività, di fare il proprio dovere di cittadini. In questa delicata e complessa fase storica, Confcooperative Sicilia in continuità con il primo evento dell'anno scorso sui temi dell'etica e della legalità, ha voluto dare un nuovo contributo costruttivo e concreto. Sono molte le iniziative concrete lanciate: dai protocolli di legalità alla banca dati, per aumentare il livello dei controlli e la trasparenza di ogni atto". Ed il messaggio della concretezza è passato in maniera forte. Nella sua disamina netta e coraggiosa il presidente nazionale Gardini ha spinto il mondo delle cooperative ad impegnarsi con ancora maggior vigore nella battaglia per la legalità, sottolineando che non bisogna trincerarsi dietro un dito e che tutti si debbono prendere le loro responsabilità per prevenire fatti come quelli accaduti in altre parti d'Italia. E se pur le tristi vicende non hanno toccato Confcooperative, e solo una piccola parte di altre realtà, nessuno deve pensare di non dover alzar barriere maggiori per evitare il male della corruzione. Davide Pati, vicepresidente nazionale di Libera in un intervento appassionato ed intenso ha legato storia ed attualità, ha messo in evidenza tutti i punti che si possono migliorare nella lotta contro la mafia e la corruzione, ma ha anche evidenziato l'impegno dei movimenti civici, in particolar nel creare posti di lavoro legali dai beni confiscati alla mafia. Il dibattito è stato un nuovo momento di crescita armonica e positiva del dibattito pubblico, con diverse nuove proposte fattive per la battaglia della legalità. Il sindaco Enzo Bianco ha analizzato con lucidità dal punto di vista istituzionale i temi del dibattito, anch'egli ha legato la memoria alla vita attuale, ed ha evidenziato le numerose cose positive realizzate sul piano della legalità dall'amministrazione comunale. La legalità è far rispettare le regole, a tutti i livelli grandi e piccoli, e Bianco ha affermato che nonostante le difficoltà che si incontrano, i risultati giungono. Bianco ha anche lanciato l'idea che per il prossimo anno la "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia", organizzata da Libera di Don Ciotti, venga realizzata a Catania. Il Procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, in un intervento profondo ed acuto, ha sottolineato che la battaglia per la legalità ha tanti aspetti, accanto a quelli repressivi (notevoli i risultati ottenuti da magistrati e forze dell'ordine), vi è l'impegno culturale di educazione alla legalità. Il procuratore Salvi ha ricordato come più volte intervenga a dibattiti nelle scuole, ma vive con senso di responsabilità anche le tante difficoltà di molti giovanissimi delle periferie urbane che avranno bisogno, una volta usciti dalle scuole, di poter avere occasioni di lavoro legale. Lo Stato deve fare di più su questi settori. Il procuratore Salvi ha spiegato con sapienza giuridica come poter migliorare sul piano legislativo alcuni strumenti di lotta contro le mafie e la corruzione, e nel contempo ha ricordato la necessità di far rispettare la legalità in tutti gli ambiti. Salvi ha anche messo in evidenza l'importanza del dibattito odierno, le proposte concrete, le riflessioni serie, ed ha definito gli interventi di Mancini e Gardini coraggiosi, non di persone che si trincerano dietro un dito ma che affrontano i problemi in maniera razionale, con senso di responsabilità collettiva. Il dibattito, al quale hanno partecipato anche diversi amministratori locali, ha fatto emergere con realismo che occorre saper guardare al grande orizzonte della battaglia senza divisioni e contrasti. La battaglia per la legalità richiede uno sforzo eccezionale nell'azione dello Stato e nel supporto convinto della società civile. Ai grandi risultati registrati in questi anni in termini di attività repressiva deve infatti corrispondere il formarsi di una coscienza collettiva che crei un habitat sfavorevole ai processi illegali. E la collaborazione tra lo Stato e la società civile deve sapere concretamente dimostrare che l'economia legale offre più opportunità di sviluppo di quella illegale.

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