06/10/2011 - (L'Opinione)
Che il sistema di welfare stia arretrando ogni giorno di più
è sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto di chi ne ha più bisogno e degli
addetti delle cooperative sociali, che ogni giorno di sacrificano per cercare di
offrire un po’ di dignità alla vita di tanti soggetti in difficoltà. Ed i
segnali in questi ultimi giorni riguardano soprattutto le comunità alloggio per
disabili psichici, che stanno continuando ad operare nella più totale
incertezza del loro presente e immediato futuro. Le amministrazioni comunali,
nella maggior parte dei casi, non hanno la copertura finanziaria per i costi
già sostenuti dalle comunità e la Regione non fa che confermare la totale impossibilità di mettere in campo altre
risorse: frase sentita mille volte in questi mesi da molti interlocutori
diversi. Ma possibile che non ci sia soluzione a questo problema? Che fine
faranno gli assistiti? Eppure basterebbe che chi di dovere faccia una semplice
riflessione di natura puramente economica e cioè: inevitabilmente ognuno di
questi soggetti uscendo dalla comunità alloggio impatterebbe sul sistema sanitario
ed il ricovero ospedaliero costa circa 5 volte di quello in comunità alloggio. Allora
siamo così sicuri che il sistema assistenziale/sanitario regionale risparmierebbe
nel suo complesso eliminando nei fatti le comunità alloggio? Pensandoci bene
servirebbe un po’ di attenzione in più dei nostri amministratori, che potrebbe
concretizzarsi nel cercare di ottimizzare gli strumenti che oggi esistono, a
partire dal piano sanitario regionale, che prevede la presa in carico di questa
tipologia di assistenza. In tal senso Confcooperative Sicilia sta proseguendo
nella sua azione di sensibilizzazione e di proposizione al Governo Regionale e
di contrasto giuridico-sindacale a certe “eccentricità” di qualche
amministratore comunale particolarmente “creativo”.